Parrocchia S. Maria degli Angeli
Termoli
La famiglia in preghiera
ADORAZIONE EUCARISTICA
(A cura di Anna Bizzarri)
“Sorella morte porta della vita”
Laudato si' mi Signore, per sora nostra Morte corporale,
da la quale nullu homo vivente po' skappare:
guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati,
ka la morte secunda no 'l farrà male.
(Sii lodato, mio Signore, per la nostra sorella morte corporale,
dalla quale nessun uomo può fuggire.
Guai a quelli che moriranno in peccato mortale;
beati quelli che la morte troverà in grazia di DIO,
poiché la dannazione non farà loro alcun male.)
San Francesco D’Assisi
ESPOSIZIONE DEL SANTISSIMO SACRAMENTO
C. N
el nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo…Sia lodato e ringraziato ogni momento …Gloria al Padre
Canto Iniziale: Grandi cose
L.1:
Siamo nel mese di novembre, mese dedicato alla commemorazione dei defunti . In questo periodo, forse non per una scel-
ta spontanea, ci sentiamo chiamati a riflettere sul “mistero” della morte. Di fronte a ciò scende il nostro silenzio carico di pau-
ra dell’ignoto, di sgomento, di sofferenza. È un silenzio che pesa sulle nostre esistenze a tal punto che cerchiamo anche di esor-
cizzare il timore ridicolizzandolo come nella notte di halloween. Ma tutto ciò a nulla serve perché le nostre ansie rimangono
sempre lì a ricordarci : tu non sei niente, sei solo un viaggiatore in transito che attende il suo treno per raggiungere la definitiva
destinazione, senza, però, sapere quando il treno arriverà.
C.: Dal Vangelo secondo Luca
(Lc 12,16-21)
16
Disse poi una parabola: "La campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto.
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Egli ragionava tra sé: Che farò, poi-
ché non ho dove riporre i miei raccolti?
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E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi racco-
glierò tutto il grano e i miei beni.
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Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati,
mangia, bevi e datti alla gioia.
20
Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai prepa-
rato di chi sarà?
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Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio".
L.2:
Quante domande affollano la nostra mente quando ci dobbiamo relazionare con una dipartita: perché? Ma proprio adesso?
Così giovane! Proprio ora che poteva vivere tranquillo!E giù fiumi di lacrime, rabbia e disperazione. Stolti! Ci direbbe Gesù, a
voi non è dato di conoscere le ragioni di un disegno divino, a voi è dato di cercare consolazione in Dio, il Dio della vita, il Dio
che ha vinto la morte, il Dio della speranza.
L.3:
Il pianto è l’espressione di un dolore sconvolgente e lacerante è uno sfogo umanamente comprensibile:
Maria piange perché è morto il suo “Rabbuni” e non lo trova più, non lo sente più accanto a lei;
Piange insieme a Marta per la morte di Lazzaro; lo stesso Gesù , nella stessa occasione, dice il Vangelo, “scoppiò in pianto”;
Pietro dopo aver tradito Gesù, sperimentando così una morte spirituale, pianse amaramente.
Se mi ami non piangere!
Se tu conoscessi il mistero immenso del cielo dove ora vivo,
se tu potessi vedere e sentire quello che io vedo e sento
in questi orizzonti senza fine,
e in questa luce che tutto investe e penetra,
tu non piangeresti se mi ami.
Qui si è ormai assorbiti dall'incanto di Dio,
dalle sue espressioni di infinita bontà e dai riflessi della sua sconfinata bellezza.
Le cose di un tempo sono così piccole e fuggevoli al confronto.
Mi è rimasto l'affetto per te:
una tenerezza che non ho mai conosciuto.
Sono felice di averti incontrato nel tempo,
anche se tutto era allora così fugace e limitato.
Ora l'amore che mi stringe profondamente a te,
è gioia pura e senza tramonto.
Mentre io vivo nella serena ed esaltante attesa del tuo arrivo tra noi,
tu pensami così!
Nelle tue battaglie,
nei tuoi momenti di sconforto e di solitudine,
pensa a questa meravigliosa casa,
dove non esiste la morte, dove ci disseteremo insieme,
nel trasporto più intenso alla fonte inesauribile dell'amore e della felicità.
Non piangere più, se veramente mi ami!
C.: Dal Vangelo secondo Giovanni
(Gv 20,1-18)
1
Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'e-
ra ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro.
2
Corse allora e andò da
Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: "Hanno portato
via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!".
3
Uscì allora Simon Pietro
insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro.
4
Correvano insieme tutti e due, ma
l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro.
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Chinatosi, vide
le bende per terra, ma non entrò.
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Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed
entrò nel sepolcro e vide le bende per terra,
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e il sudario, che gli era stato posto sul capo,
non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte.
8
Allora entrò anche l'altro disce-
polo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
9
Non avevano infatti ancora
compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti.
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I discepoli intanto se ne
tornarono di nuovo a casa.
11
Maria invece stava all'esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò
verso il sepolcro
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e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e
l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù.
13
Ed essi le dissero: "Donna, perché piangi?". Rispose loro: "Hanno portato
via il mio Signore e non so dove lo hanno posto".
14
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva
che era Gesù.
15
Le disse Gesù: "Donna, perché piangi? Chi cerchi?". Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse:
"Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo".
16
Gesù le disse: "Maria!". Essa allora, voltatasi
verso di lui, gli disse in ebraico: "Rabbunì!", che significa: Maestro!
17
Gesù le disse: "Non mi trattenere, perché non sono ancora
salito al Padre; ma va' dai miei fratelli e di' loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro".
18
Maria di Màgdala
andò subito ad annunziare ai discepoli: "Ho visto il Signore" e anche ciò che le aveva detto.
L.1:
Signore, noi abbiamo paura di morire! È inutile che ci nascondiamo dietro tante parole, la nostra è semplice paura di lasciare
un mondo che Tu hai creato per noi , paura di recidere quei legami intensi di amore che abbiamo con i nostri cari . Ma che senso
avrebbe averci creato se noi fossimo destinati a svanire nel nulla ? Se così fosse saremmo stati solo un giochino che ti sei costrui-
to per passare il tempo, per dare qualche brivido alla Tua eternità.
Tu, invece, Padre, che ci ami infinitamente, ci hai dato con il battesimo la vita eterna dove cambierà la nostra fisicità forse, ma ciò
che resterà immutata sarà la nostra essenza, quella che Tu hai creato a tua immagine.
Dacci allora la forza dinanzi alla morte di festeggiare la vita.
L.3:
Da un’omelia pronunciata per la morte di un ragazzo di 12 anni:
“
Cara mamma, caro papà, (…) questa mattina mi sono svegliato e ho visto attorno a me tanta luce, tanta pace, ma
non ero in ospedale, non sentivo più il dolore, potevo correre, ridere, giocare (…) Mi sono accorto che ero in un
prato come un fiore in mezzo a tanti fiori. Ad un certo punto è venuto un gran Signore e mi ha colto, mi ha
scelto e mi ha portato nel palmo della sua mano (…) Poi ho capito che questo Signore è lo stesso di cui mi
avete parlato voi tante volte, che più volte ho pregato, ho ricevuto nella comunione, si me l’ha detto lui quan-
do abbiamo fatto le presentazioni; mi ha detto:”Io sono Dio e tu sei Mario”
Sai mamma, conosce il mio nome, la mia storia, ma quello che mi ha meravigliato di più è che conosce anche te,
lo stesso per nome, ugualmente papà, gli amici, tutti. Sapessi mamma è un uomo molto buono, ha tanti amici e me li
ha presentati tutti e tutti mi cercano e tutti mi vogliono un gran bene, mi hanno organizzato una gran festa (...) Incu-
riosito sono andato sulla porta per leggere l’indirizzo e poi ho capito tutto, sulla porta c’era scritto
PARADISO.
Ecco dove sono e ora vi vedo tutti. Non piangere mamma, non piangere papà, non piangete amici , io vivo e ora posso
pregare per voi (…) Dio mi ha detto che resterò qui e che la mia vita non finirà mai più.”
(don Benito Giorgetta)
L.1:
Il paradiso, il vivere contemplando lo splendore di Dio, il godere di una gioia senza fine è questo ciò a cui ogni cristiano ane-
la. Ma l'eternità inizia oggi, l’opportunità di conquistarci la salvezza è una partita che ci giochiamo ogni giorno, ogni momento,
ogni istante della nostra vita. Allora giochiamocela bene, non “schiviamo” la morte, non evitiamola, ma pensiamoci con serenità
per rivedere la nostra vita, per andare all’essenziale, per dare il vero e il meglio di noi stessi.
L.1:
In questo momento abbiamo bisogno di tornare all’essenziale e l’essenziale è proprio qui davanti ai nostri occhi; è Cristo
Eucaristia che si dona per darci ancora una volta consolazione e speranza. Cristo stesso, infatti, ci ha detto “Io sono la Resurrezio-
ne e la vita; chi crede in me anche se muore vivrà; chiunque vive e crede in me vivrà in eterno”. Affidiamo allora a Dio le nostre
preghiere ripetendo insieme:
Dio della vita ascoltaci
O Signore, Ti vogliamo pregare per tutte quelle persone che hanno conosciuto la morte. Dona loro consolazione, asciuga le lacri-
me con il Tuo amore e da Padre quale sei, accogli la loro ribellione e la loro rabbia.
Preghiamo
Signore Ti preghiamo per tutti i nostri defunti. Tu li hai creati, li hai amati, li hai chiamati figli. Perdonane i peccati e chiamali al
Tuo cospetto a godere una gioia senza fine.
Preghiamo
Signore, Ti preghiamo per tutte quelle persone che sono morte in solitudine e che non hanno nessuno che preghi per la loro ani-
ma.
Preghiamo
Quanti fiori portiamo sulle tombe e quanti ceri si consumano davanti alle lapidi dei nostri cari, … ma i fiori si seccano e i ceri si
spengono! La preghiera, invece, rimane, dona serenità ai cuori devastati dal dolore perché ci avvicina a Dio nostro padre e aiuta le
anime dei nostri cari. Fa o Signore, che Ti invochiamo sempre, anche quando le parole ci mancano e la disperazione prende il
posto della speranza.
Preghiamo
Rendici ,o Padre, capaci di annunciare a tutti gli uomini che Tu hai vinto il peccato e la morte e ci hai preparato un posto nella tua
casa, così da portare un po’ di luce dove ci sono le tenebre, così da portare l’annuncio di una nuova vita dove c’è la morte.
Preghiamo
A volte l’uomo pur vivendo sperimenta la morte. Aiuta o Signore, chi vive un tormento interiore perché non Ti ha mai conosciuto
o perché si rifiuta di accoglierTi nella sua vita.
Preghiamo
Canto : Tutto ci parla di Te
L.2:
Festeggiare la vita è anche fare memoria di tutte quelle persone che hanno, per qualsiasi motivo, arricchito il nostro essere.
Festeggiare la vita significa fare tesoro di tutti gli insegnamenti ricevuti dall’esempio di chi ci è stato posto accanto a condividere
un’esistenza, un periodo, un istante della vita. Non importa infatti per quanto tempo si vive in comunione con un compagno di
viaggio, l’importante è con quanta intensità si condivide il cammino. Per questo ,ora ,ognuno di noi porta un cero acceso all’altare
a ricordo di tutte queste persone, mentre nel silenzio dei nostri cuori le chiamiamo ad una ad una per nome.
Canto : Il disegno
L3:
Signore
tra qualche giorno i preparativi del Natale prenderanno il posto di queste riflessioni, la tristezza lascerà il posto
alla gioia e tutto tornerà alla normalità. Fa, o Signore, che non ci dimentichiamo tutti i nostri buoni propositi, fa che questo
momento di riflessione sia riuscito a generare in noi una nuova coscienza, una nuova sensibilità. Ora, però, Padre Santo ti
affidiamo il ricordo di tutti i nostri cari che ci hanno lasciato per raggiungere Te, unendoci nella preghiera :
L’eterno riposo... L’eterno riposo... L’eterno riposo...
L1:
Signore, questa sera abbiamo compreso che la morte ci deve insegnare uno stile di vita nuovo, contrassegnato da una
consapevolezza maggiore di quelle che sono le nostre azioni, i nostri pensieri. Alla sua luce cambieremo strada e incomince-
remo a porre un passo davanti all’altro sulla Tua strada che conduce a Te, alla salvezza. Donaci, o Cristo, di poter intravede-
re fin da ora, la Tua luce che è alla fine del nostro percorso, così da poter acquisire maggiore forza ed entusiasmo.
Tutti:
PREGHIERA DELLA SERENITÀ …
Signore,
concedimi la serenità
di accettare le cose che non posso cambiare;
la forza ed il coraggio
di cambiare le cose che posso cambiare;
e la saggezza di conoscerne la differenza.
Vivendo un giorno alla volta;
godendo di un momento alla volta;
accettando le avversità come la via alla pace.
Prendendo, come Egli stesso ha fatto,
questo mondo di peccati com'è,
e non come lo vorrei io.
Fidandomi che Egli farà tutto giusto,
se mi arrendo alla Sua volontà.
Che io sia ragionevolmente felice in questa vita
e supremamente felice con Lui,
per sempre, nella prossima!
( FRIEDRICH CRISTOPH)
CANTO:Adoriamo il Sacramento(10)
BENEDIZIONE EUCARISTICA
Dio sia benedetto…
CANTO: Resurrezione